NOTO si trova a circa 
                30 km da Siracusa situata nella parte sud ovest della provincia, 
                proprio ai piedi dei monti Iblei. La sua costa, 
                fra Avola e Pachino, dà il nome all'omonimo golfo. Per 
                estensione superficiale, il comune di Noto è il più 
                grande comune della Sicilia e il quarto d'Italia. Nel suo territorio 
                scorrono due fiumi: il Tellaro, vicino al quale 
                è stata rinvenuta una villa romana (Villa del Tellaro), 
                e l'Asinaro, la cui cui foce, in contrada Calabernardo, fu teatro 
                della famosa battaglia tra Ateniesi e Siracusani, che si concluse 
                con la sconfitta dei primi, segnando la disfatta della spedizione 
                ateniese in Sicilia.  
              Il sito originario della città, Noto antica, 
                si trova 8 km più a nord, sul monte Alveria. 
                Qui si ritrovano i primi insediamenti umani, che risalgono all'età 
                del Bronzo Antico o Castellucciana (2200 - 1450 a.C.), come testimoniato 
                dai reperti archeologici rinvenuti. Secondo un'antica leggenda, 
                Neas, che sarebbe stato il nome della Noto più 
                antica, avrebbe dato i natali al condottiero siculo Ducezio, che 
                nel V secolo a.C. avrebbe difeso la città dalle incursioni 
                greche. Questi la trasferì dall'altura della Mendola 
                al vicino monte Alveria, circondato da profonde valli, in una 
                delle quali scorre la fiumara di Noto. Ben presto Neas o Neaton, 
                ormai ellenizzata nei costumi, entrò a far parte della 
                sfera d'influenza siracusana. Nel 214 a.C. circa Neaton aprì 
                le sue porte all'esercito del console romano Marco Claudio 
                Marcello, e venne così riconosciuta come città 
                alleata dai Romani (che la chiamavano Netum) 
                come Taormina e Messina. 
              Dopo l'occupazione della Sicilia (535-555 circa) da parte delle 
                legioni bizantine dell'Imperatore Giustiniano, 
                il territorio di Noto fu arricchito di monumenti, come la basilica 
                di Eloro e la Trigona di Cittadella 
                dei Maccari, l'Oratorio della Falconara 
                e la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio 
                di S. Marco, il Villaggio di contrada Arco. 
                Nell'864 Noto fu occupata dagli Arabi del ras Khafaja 
                ben Sufyan, che la fortificarono. Data l'importanza attribuita 
                alla città dagli Arabi, Noto divenne, nel 903, capovalle 
                e il suo territorio registrò la razionalizzazione dell'agricoltura 
                e la promozione dei commerci. Fu insediata anche l'industria della 
                seta, sfruttando la presenza di gelsi nel territorio. 
              Nel 1091 Noto fu occupata dal Gran Conte Ruggero d'Altavilla, 
                e venne infeudata al figlio Giordano, che iniziò 
                la costruzione del castello e delle chiese cristiane. Durante 
                il regno dell'imperatore Federico II di Svevia, 
                a Noto, governata dal conte Isinbardo Morengia, 
                fu eretto il monastero cistercense di Santa Maria dell'Arco. 
              Durante il periodo angioino, il 2 aprile 1282, 
                Noto partecipò all'insurrezione dei Vespri Siciliani. 
                Nel 1299, durante la guerra per il possesso della Sicilia tra 
                Federico III d'Aragona e Carlo II d'Angiò, 
                il castellano di Noto Ugolino Callari (o di Callaro) 
                si ribellò al primo passando dalla parte di quest'ultimo, 
                e consegnò la città all'esercito di Roberto 
                d'Angiò, figlio di Carlo II. 
              Tornata sotto il dominio aragonese, Noto fu poi governata da 
                Guglielmo Calcerando. Sotto il regno di Alfonso 
                V d'Aragona fu Viceré di Sicilia Nicolò 
                Speciale, netino, che diede un importante contributo 
                allo sviluppo della città, governata al tempo dal duca 
                Pietro d'Aragona, fratello del re. Il duca fece 
                edificare nel 1431 la Torre Maestra del Castello di Noto 
                Antica. Nel 1503, per intervento del vescovo Rinaldo 
                Montuoro Landolina, il re Ferdinando II d'Aragona conferì 
                a Noto il titolo di "Città ingegnosa" per i tanti 
                personaggi che nel quattrocento si distinsero nel campo dell'Arte, 
                delle Lettere e della Scienza, come Giovanni Aurispa, 
                Antonio Cassarino, Antonio Corsetto, 
                Andrea Barbazio e Matteo Carnalivari. 
              L'11 gennaio del 1693 la città, allora 
                nel suo pieno splendore, fu distrutta da un terribile quanto potente 
                terremoto, che provocò la morte di circa 1000 persone. 
                Subito dopo il terribile evento Giuseppe Lanza duca di 
                Camastra, nominato Vicario generale per la ricostruzione 
                del Val di Noto, stabilì di ricostruire la città 
                in altro sito 8 km più a valle, sul declivio del monte 
                Meti. 
              Nell'Ottocento, con la nuova riforma amministrativa, Noto perse 
                il ruolo di capovalle, che passò a Siracusa. Tuttavia nel 
                1837, a causa del moto carbonaro di Siracusa, Noto divenne capoluogo 
                di Provincia, e nel 1844 anche Centro di una diocesi. Nel 1848 
                scoppiò la rivolta massonica siciliana e Noto vi partecipò. 
                L'anno dopo venne sedata ed il netino Matteo Raeli, 
                ministro del governo rivoluzionario, fu costretto all'esilio a 
                Malta. 
              Nel 1861 Noto, dopo l'invasione di Giuseppe Garibaldi, entrò 
                a far parte del Regno d'Italia, conservando inizialmente il titolo 
                di capoluogo di provincia, poi trasferito a Siracusa nel 1865. 
                Nel 1870 fu inaugurato il Teatro Comunale; l'esiliato Matteo Raeli 
                fu nominato ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti della nuova 
                nazione. Intorno al 1880 a Noto fu edificata la stazione ferroviaria. 
              Oggi Noto è riconosciuta come capitale del Barocco 
                siciliano ed è stata dichiarata patrimonio 
                dell'Umanità dall'UNESCO. I palazzi 
                e i monumenti da visitare sono davvero tanti, ma anche le strade, 
                i vicoli, i balconi presentano elementi architettonici degni di 
                essere apprezzati. Tra gli edifici civili, sono meritevoli di 
                menzione il Palazzo Ducezio, sede del Comune, 
                al suo interno si trova la "Sala degli Specchi"; 
                la Porta Reale (Ferdinandea); il Teatro 
                Comunale; e i palazzi nobiliari, come ad esempio Palazzo 
                Trigona di Cannicarao, Palazzo Landolina di Sant'Alfano, 
                Palazzo Rau della Ferla, Palazzo Di Lorenzo 
                Del Castelluccio, Palazzo Impellizzeri di San 
                Giacomo, Palazzo Astuto di Forgione. 
              Tra gli edifici religiosi da visitare ricordiamo: 
                 
                - Chiesa Madre San Nicolò (Cattedrale), 
                dove è conservata l'urna di argento che contiene le spoglie 
                mortali di  
                - San Corrado Confalonieri, 
                patrono della Diocesi di Noto; 
                 
                - Chiesa del Santissimo Crocifisso, nella quale 
                è conservata la Madonna Bianca di 
                Francesco Laurana, salvatasi  
                - dal terremoto del 1693. 
                 
                - Chiesa di San Domenico, nella quale è 
                conservata una tela di Vito D'Anna, raffigurante 
                la Madonna del Rosario; 
                 
                - Chiesa di Santa Chiara, nella quale è 
                conservata una Madonna col Bambino di Antonello 
                Gagini; 
                 
                - Chiesa di Santa Maria dell'Arco, in cui è 
                conservata una tela di Antonio Manno, la Presentazione 
                al Tempio; 
                 
                - Santuario di San Corrado fuori le mura, sul 
                cui altare maggiore si trova una tela raffigurante una  
                - Madonna col Bambino 
                e San Corrado di Sebastiano Conca. 
                Vi si custodisce inoltre il corpo di San Leonzio Martire. 
                 
                 
                - Santuario della Madonna della Scala, nel quale 
                sono custoditi la sacra immagine della Madonna della Scala 
                ed il corpo 
                - di San Franzo Martire; 
                 
                - Monastero del Santissimo Salvatore, odierno 
                seminario. 
              Il turismo netino, oltre a ruotare sulle bellezze architettoniche 
                e storiche della città, arricchisce la sua offerta proponenendo 
                anche appuntamenti artistici e culturali che richiamano migliaia 
                di persone per la loro unicità. Uno di questi è 
                l'INFIORATA, una manifestazione che, dalla sua 
                prima edizione del 1980, si svolge ormai regolarmente ogni anno 
                la terza domenica di maggio e vede coinvolti, oltre alle scuole 
                d'arte di Noto, anche altri artisti locali e non. Una intera via 
                (via NICOLACI) viene addobbata con disegni e 
                rappresentazioni a tema, eseguite usando solo fiori, petali, torba, 
                nello scenario quantomai suggestivo di questa strada in leggera 
                salita che arriva prorpio di fronte alla Chiesa di Montevergini. 
                L'Infiorata di Noto è conosciuta ormai a livello mondiale, 
                e nei giorni in cui i lavori vengono esposti, la città 
                viene presa d'assalto da migliaia di persone che con pulmann organizzati 
                o con mezzi propri vengono ad assistere all'evento. 
              E naturalmente ci sono poi anche le bellezze naturali di questo 
                stupendo angolo di Sicilia. Il mare, la costa, l'entroterra hanno 
                ognuno il loro fascino, ognuno la propria motivazione di essere 
                visitati, vissuti. Il territorio di Noto comprende alcune perle 
                naturalistiche che rivestono anche grande importanza storico-archeologica. 
                Si tratta della Riserva Naturale Oasi Faunistica di Vendicari, 
                della Riserva naturale Cavagrande del Cassibile, 
                della spiaggia di Calamosche, della Villa 
                del Tellaro, di Eloro. 
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